Una di quelle che ricordiamo meglio, capace di urlettini contrapposti a vere e proprie grida, è Monica Seles, la prima grande urlatrice del tennis. Poi la pratica si è diffusa notevolmente, fino a coinvolgere anche i professionisti maschi, anch’essi diventati con il tempo dei grunting mica da ridere.
Tenori e baritoni, nel mondo del tennis, ce n’è oggi a dismisura: talmente tanti che i bookmakers hanno deciso di raccogliere puntate rispetto alla possibilità che, nel corso dei match previsti a Wimbledon, uno o più giocatori possano subire una squalifica propirio per questo.
Il caso più recente, capace di portarsi dietro strascichi di polemica infinita, è quello capitato a Parigi che ha avuto come protagoniste le due tenniste Michelle Larcher de Brito e la Rezai: quest’ultima, in particolare, si è lamentata parecchio, sostenendo che le ripetute grida della collega avevano il solo scopo di farle perdere concentrazione. Gli allibratori hanno già reso pubbliche le quote: una squalifica provocata da urla moleste è pagata fino a 25.00. Quotata a 5.00 la penalizzazione di un punto e a 1.72 la lamentela di uno dei due giocatori nei confronti dell’avversario di turno.